Papa Francesco, il card. Martini… fino a risalire a Matteo Ricci e a Francesco Saverio… tutti “figli di sant’Ignazio”. Eppure lui continua ad essere uno sconosciuto. Era schivo, si era “ritratto” per fare spazio ad un Altro, più che all’apparire pensava ad accompagnare vite e processi storici. Riporto qui l’introduzione a un piccolo volume che ho scritto qualche anno fa e che aiuta a chiarire il suo profilo dalle fonti e dalle testimonianze che ho raccolto:
Nella prefazione scrive GianPaolo Salvini, già direttore della Civiltà Cattolica: “Lo spagnolo sant’Ignazio di Loyola, il fondatore dei gesuiti, non è un santo popolare, forse per la fama di austerità che lo circonda. Eppure è uno dei santi che hanno lasciato un’impronta nella storia della Chiesa e dell’Europa.
L’Ordine religioso da lui fondato, la Compagnia di Gesù, apparve in un momento cruciale per la Chiesa devastata dalla lacerazione luterana e dalla decadenza interna alla stessa Chiesa del Cinquecento. Per contribuire a ridarle vitalità, in un’epoca in cui molti ecclesiastici erano più preoccupati della carriera che del servizio apostolico, Ignazio ricorse alle armi della preghiera, dello studio, della testimonianza personale e del servizio. Suo strumento privilegiato furono gli Esercizi Spirituali, con i quali aiutare a “discernere” cioè a scegliere liberamente ciò che è utile alla propria crescita.
La completa disponibilità ai desideri del Papa ne ha fatto nei secoli una “task force” che ha attirato non poche inimicizie ai gesuiti, ma ne ha fatto anche una forza di riferimento di cui il Signore si è largamente servito. La presenza nelle missioni e la capacità di spostarsi sempre alle “frontiere”, geografiche e intellettuali, in un costante dinamismo, sono state e rimangono le caratteristiche dei gesuiti.
Il motto dell’Ordine: “Ad maiorem Dei gloriam”, non significa infatti “Per la massima gloria di Dio”, ma “Per una gloria di Dio sempre più grande” con una tensione verso il meglio che è forse l’eredità più preziosa che sant’Ignazio ha lasciato ai suoi figli e a quanti ne conoscono lo spirito”.
Dall’introduzione al volume:
Ignazio di Loyola
Il pellegrino fondatore della Compagnia di Gesù
CRONOLOGIA
1491 Iñigo di Loyola nasce ad Azpeitia, ultimo di tredici figli.
1506 Rimane orfano e viene affidato a Giovanni Velázquez de Cuéllar, amministratore della finanze del regno di Castiglia ad Arévalo.
1521 Il 20 maggio è ferito ad una gamba durante una battaglia a Pamplona. La sua conversione inizia durante la convalescenza leggendo la Vita di Cristo e la Leggenda aurea (vite di santi).
1522 Nel febbraio si reca nel monastero benedettino di Montserrat. Il 25 marzo va a Manresa, dove, dopo l’esperienza mistica sulle rive del fiume Cardoner, inizia a scrivere gli Esercizi Spirituali.
1523 Incontra il papa Adriano VI. Il 24 luglio si imbarca a Venezia diretto verso la Terra Santa dove rimane fino al 3 ottobre.
1524 A Barcellona comincia a studiare la grammatica latina.
1526 Studia filosofia e teologia prima ad Alcalá e l’anno dopo a Salamanca.
1528 Si trasferisce a Parigi dove ottiene il grado di maestro in artibus.
1534 Il 15 agosto, insieme a sei compagni, fa voto a Montmartre di vivere in castità e povertà e di recarsi a Gerusalemme.
1537 Il 24 giugno è ordinato sacerdote a Venezia. A metà novembre a La Storta, presso Roma, ha una visione che lo conferma nel desiderio di fondare una “Compagnia” che porti il nome di Gesù.
1538 Celebra la sua prima Messa la notte di Natale nella cappella della Natività della Basilica di Santa Maria Maggiore.
1540 Il 27 settembre Paolo III approva la Compagnia di Gesù con la bolla Regimini militantis Ecclesiae.
1541 L’8 aprile Ignazio è eletto Preposito generale della Compagnia. Il 22 aprile fa la professione solenne nella Basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma.
1550 Il 21 luglio Giulio III con la bolla Exposcit debitum conferma la Compagnia di Gesù.
1556 Muore a Roma il 31 luglio.
1609 Il 3 dicembre è proclamato beato da Paolo V.
1622 Il 12 marzo è canonizzato da Gregorio XV.
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