Scrivere è un servizio e una missione, è un modo per entrare in relazione con l’altro che ti legge. Per questo la scrittura e la sua forma vanno curati allo stesso modo in cui si cura il contenuto di uno scritto o una relazione con una persona. La più giovane premio Nobel, Malala Yousafzai, ce lo ricorda: “Prendiamo in mano i nostri libri e le nostre penne. Sono le nostre armi più potenti“. Qui mi permetto di suggerire alcune regole per poter scrivere un articolo o un elaborato.
TITOLO
- Non deve superare mai le sette parole. È possibile fare un sottotitolo. I titoli più efficaci sono quelli che esprimono con una parola o un’immagine evocativa il vero contenuto dell’articolo come per esempio Roma brucia oppure Il sacrificio di Aldo Moro oppure ancora La giustizia capovolta.
Titoli urlati o che non troveranno risposta nel testo tradiscono il lettore che si stancherà di leggerti.
SOMMARIETTO O ABSTRACT
- Quando è previsto, occorre scrivere in poche righe una breve sintesi e le parole chiavi per aiutare il lettore a iniziare la lettura.
LA STRUTTURA
- Prima di scrivere occorre studiare, rielaborare ciò che si legge, prendere appunti, farsi uno schema e solo dopo iniziare a scrivere senza copiare.
- L’attacco e la conclusione sono fondamentali vanno fatti secondo le regole classiche del buon giornalismo, invece il cuore dell’articolo deve essere costruito con rigore.
- Le righe iniziali devono contenere in breve il percorso che l’autore vuole fare e, se si vuole, anche qualche domanda a cui il testo risponde.
- La parte centrale, se è la sintesi di una lezione o qualcosa che riguardi la cronaca o la storia, deve rispondere ai cinque requisiti classici ritenuti necessari alla costruzione di un articolo o un servizio a regola d’arte. Sono le c.d. 5 W: who (chi), what (cosa), where (dove), when (quando), why (perché).
- Questa parte deve almeno contenere qualche idea originale e qualche proposta.
LINGUAGGIO, PUNTEGGIATURA ECC.
- Occorre essere chiari, incisivi e sintetici. Scegli le parole e costruisci le tue frasi perché le possano comprendere anche le persone che non sono esperte nel tema. Non è vero che più si è difficili o criptici più il pezzo acquista valore, anzi è proprio il contrario.
- Non essere ridondante, non aggettivare troppo, se riesci usa al massimo un aggettivo per rendere più chiaro un sostantivo. E soprattutto mentre scrivi non fare mai ritornare indietro il lettore, significa che non sei stato chiaro.
- Evita la ripetizione degli stessi termini, almeno che stai usando il termine centrale della tua tesi.
- Dopo aver scritto il testo, lascialo riposare e decantare, come si fa col buon vino. Poi rileggilo in ogni singola frase, magari ad alta voce, cura la punteggiatura e se è necessario taglia ciò che ritieni superfluo e appesantisce il contenuto.
- Sii attento alle locuzioni troppo moderne e non esagerare nei neologismi.
- Usa la prima persona al plurale e mai al singolare, sarebbe troppo confidenziale e diretta per uno scritto dire “ritengo che” è meglio dire invece “riteniamo che”…
- È importante conservare una uniformità nel testo quando usi le stesse parole o quando citi. Se scrivi “il Paese ha bisogno di politiche pubbliche” quando scriverai ancora Paese devi usare la maiuscola e così con parole come Presidente, Ministro, Papa ecc.
- Le citazioni devono essere precise, si mettono sempre tra virgolette e bisogna citare la fonte in nota.
«Tutti […] vogliono vivere felici, ma hanno l’occhio confuso quando devono discernere ciò che rende felice la vita. Giungere ad una vita felice è impresa difficile a tal punto che ciascuno, se appena esce di strada, se ne allontana tanto più, quanto più in fretta cammina».
Le NOTE. Scegli un criterio e rispettalo con rigore e precisione per ogni nota.
- I libri si possono citare così: N. COGNOME, Titolo del volume, Città, Casa Editrice, Anno, pagina.
- Gli articoli all’interno di un volume invece N. COGNOME, «Titolo dell’articolo», in N. COGNOME (autore del volume), Titolo del volume, Città, Casa Editrice, Anno, pagina.
- Per articoli di riviste: N. COGNOME, «Titolo dell’articolo», in Rivista, numero/anno, pagina.
CONCLUSIONE. Scegli una buona conclusione che apra gli orizzonti su quanto hai scritto e se riesci concludi con una citazione autorevole certifica o aiuta a rendere chiara la tua posizione. Esempio in un articolo sul tema dell’amicizia si può scrivere:
«Al di là di molte variazioni sul tema che vanno dall’idealizzazione all’elogio enfatico dell’amicizia, abbiamo voluto, ribadire che a livello etico, l’amicizia, intesa come valore morale, è quel cammino che vuol portare a dire all’amico: “In me tu non morirai!”».