La giustizia riparativa e la storia del lupo di Gubbio

Durante un incontro nel Tribunale di Campobasso, mons. Giancarlo Brigantini, ha raccontato la storia del lupo di Gubbio, per parlare di una nuova idea di giustizia.

La storia del lupo di Gubbio si può articolare in cinque passaggi che siamo chiamati a vivere per ricostruire la giustizia.
1. Esiste un dramma sociale. Il lupo non è semplicemente l’animale di quattro zampe, il lupo ha anche due zampe. È il prepotente, chi compie crimini, chi divora gli altri più indifesi, il camorrista… Francesco cosa fa? Dice: “non fuggo e né gli vado incontro con le armi”. Lo affronta con il pane.
2. Quando il lupo si scaglia incontro per cercare di divorarlo, Francesco rimane immobile. Il lupo si blocca e non lo divora. E Francesco vince moralmente la battaglia. Il carnefice si ferma all’incontro, che sprigiona sempre una potenza di futuro e possibilità di ristabilire l’oggetto distrutto o un soggetto violato. È il senso della giustizia, quello di ristabilire legami rotti e violati.
3. Terzo passaggio. Francesco rimprovera al lupo le sue colpe. Senza risparmiargli nulla. Lo immerge nella consapevolezza della sua colpa. Mette a parola il male che ha fatto e non gli nasconde nulla. Lo fa però con quel linguaggio e attraverso quei modi in cui il lupo lo può capire.
4. Francesco poi fa un volo innovativo e fa esplodere la responsabilità sociale di tutti. Dice al lupo: “Tu sei cattivo perché sei affamato”. Dietro a ogni cattiveria c’è una ingiustizia. Chiede responsabilità sociale e in Italia proprio l’art. 3 della Costituzione chiede di rimuovere gli ostacoli per garantire l’uguaglianza tra gli uomini.
5. Francesco infine fa appello alla comunità perché ponga al centro la comunione e non la competizione. Cosa fa? Chiede di “combattere” il lupo dandogli del pane. Nutrirlo per avitare che sbrani altre pecore innocenti. E’ l’azione che ripristina la giustizia,e ricompone le relazioni rotte…

Il male si può combattere solo col bene. Rispondendo con altro male, vinceranno i lupi. È a partire da qui che possiamo riflettere sulla giustizia riparativa.

Facebooktwitterlinkedinmail

Lascia un commento

Your email address will not be published. Required fields are marked *

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Potrebbe interessarti anche