La Pasqua è un passaggio. Da una riva all’altra della vita. Dalla notte al giorno. Dalla schiavitù (interiore fino a quella politica) alla libertà. Dalle morti sociali come gli attentanti e le guerre alla vita garantita dalla Dio. Insomma in questo mistero c’è tutto il mio e tuo mistero.
Qui ho selezionato tre poesie/preghiere per riflettere e approfondire il significato della Pasqua.
Che la Pasqua sia per tutti una memoria spiritualmente eversiva.
Solo allora questa allucinante vallata di tombe che è la terra, si muterà in serbatoio di speranze.
Chi spera, cammina: non fugge.
S’incarna nella storia, non si aliena.
Costruisce il futuro, non l’attende soltanto.
Ha la grinta del lottatore,
non la rassegnazione di chi disarma.
Ha la passione del veggente,
non l’aria avvilita di chi si lascia andare.
Cambia la storia, non la subisce.
Ricerca la solidarietà con gli altri viandanti,
non la gloria del navigatore solitario.
Chi spera è sempre uno che “ha buoni motivi”,
anche se i suoi progetti
portano sempre incorporato
un alto tasso di timore.
(Don Tonino Bello).
Niente e nessuno muore
definitivamente,
e perciò tu sei,
perché sei tu la Vita.
Tu sei, e tutto vive
tutto è in te che vive.
È altro modo di vivere:
per questo noi pure saremo
per sempre: perché tu sei.
Dio della vita
sei tu stesso che muori e rinasci,
che continui a nascere in ogni vita.
(David Maria Turoldo)
«O Cristo glorioso!
Influsso segretamente diffuso in seno alla Materia, e Centro sfavillante in cui si congiungono le innumerevoli fibre del Molteplice.
Potenza implacabile come il Mondo e calda come la Vita; o Tu la cui fronte è di neve, gli occhi di fuoco, i piedi più scintillanti dell’oro in fusione.
Tu, le cui mani imprigionano le stelle; Tu che sei il Primo e l’Ultimo, il Vivente, il Morto ed il Risorto;
Tu che raccogli nella Tua esuberante unità tutti i fascini, tutti i gusti, tutte le forze, tutti gli stati;
sei Colui che il mio essere invocava con un’aspirazione vasta quanto l’Universo.
Tu sei veramente il mio Signore ed il mio Dio».
«Racchiudimi in Te o Signore!».
(Teilhard de Chardin scienziato , paleontologo e geologo, e sacerdote gesuita)