E’ appena terminata la XVI Congregazione dei Gesuiti italiani in cui 47 gesuiti si sono riuniti per discutere ed eleggere 3 dei loro rappresentanti che il prossimo anno voteranno il nuovo Padre Generale insieme ad altri gesuiti provenienti dalle altre parti del mondo.
A partire dai testi del nostro sito ufficiale che cura p. Flavio Bottaro e da alcune foto che ne fermano il momento e il ricordo, colgo l’occasione per accennare “chi è un gesuita oggi”.
Alla sua sequela…
Alla base della nostra vita di Gesuiti c’è una relazione, non un’idea o un concetto. Neppure un ideale. Un’intima relazione con Lui, dove scopri giorno per giorno che di Lui ti puoi fidare e che Lui si fida di te, perché ti conosce per quello che sei. Da questo “sentire” interiore nasce la nostra vocazione: una sequela nell’affascinante mistero della creazione, costantemente arricchita dall’ingegno umano e dalla sua creatività e continuamente impoverita dalla sofferenza, quando le differenze sono motivo di sopraffazione e di umiliazione. Insomma, compagni di Gesù nel grande gioco della vita.
Il beneficio del dubbio…
Dubitare e fidarsi sono gli atteggiamenti di chi vuole acquisire conoscenza a partire dall’esperienza. Occorre sospendere il giudizio, sbilanciarsi e aprirsi alla novità. E occorre poi rientrare in sè stessi, valutare e confrontare, creando una nuova interpretazione del vissuto a partire dalla propria storia e dai nuovi dati raccolti. La nostra spiritualità, anche nei confronti del lavoro intellettuale, rimane ancorata all’esperienza concreta e ci invita a confrontare la teoria con i fatti, ma non in modo astratto, bensì nel contesto vitale in cui sono inseriti.
In sinergia con la Chiesa…
Siamo uomini della Chiesa e per la Chiesa. A Lei offriamo tutta la nostra disponibilità per realizzare la sua missione universale. Con Lei camminiamo cercando la collaborazione con tutte le forze attive che la animano. Per Lei continuamente ci interroghiamo su quale contributo specifico possiamo apportare con la nostra spiritualità. E’ un rapporto d’amore che ci fa “sentire” i suoi problemi e i suoi limiti come nostri. In virtù di questo legame, contribuiamo a farla progredire verso la maggior gloria di Dio.
Nel cuore dell’uomo…
Ci immergiamo nel cuore del mondo. Le nostre case sono spesso situate nel cuore delle città piuttosto che in campagna o in luoghi isolati. Sono residenze piuttosto che conventi o monasteri. Anche il nostro modo di vestire è inusuale: non abbiamo una veste religiosa che ci contraddistingue. A seconda delle circostanze, valutiamo come è più appropriato presentarsi alla gente. La nostra missione nasce dall’ascolto attento e discreto del contesto in cui viviamo per trovare dove e come lo Spirito sta agendo nella situazione contingente.
Verso la stessa direzione… Alcuni di noi fanno un voto speciale di obbedienza al Papa. E’ il famoso quarto voto: l’”obbedienza circa missiones”. Avendo il Papa una visione universale della Chiesa, lui meglio di altri conosce quali sono le frontiere alle quali è opportuno essere inviati. Già Ignazio e i primi compagni si riuniscono in un’unica Compagnia proprio con l’intento di mettersi al suo servizio dando la completa disponibilità a svolgere qualsiasi missione.
Con la nostra sensibilità…
L’apporto prezioso che noi possiamo offrire alla Chiesa universale è quello di stare alle frontiere, ovvero in quei luoghi dove l’umano si apre a domande nuove o fatica a trovare risposte. Sentiamo forte l’appello che Paolo VI ci rivolse in occasione della 32 Congregazione Generale (3 dicembre 1974): “Ovunque nella Chiesa, anche nei campi più difficili e di punta, nei crocevia delle ideologie, nelle trincee sociali, vi è stato e vi è il confronto tra le esigenze brucianti dell’uomo e il perenne messaggio del Vangelo, là vi sono stati e vi sono i gesuiti”.
Alcuni momenti dei lavori…
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