La contemplazione significa attrarre qualcosa o qualcuno nel proprio orizzonte

La contemplazione è un metodo antico per pregare. Contemplare significa guardare a lungo; osservare con raccoglimento e ammirazione, ma anche prevedere, prendere in considerazione qualche aspetto di un testo o di un momento della vita. Soprattutto significa concentrarsi intellettualmente su qualcosa come è un brano di Scrittura.
Dal latino contemplāri, significa “attrarre qualcosa nel proprio orizzonte, osservare“, è la derivazione di tĕmplum che era lo “spazio circoscritto per l’osservazione del volo degli uccelli”.

Nella storia della spiritualità questo metodo è stato sistematizzato da Sant’Ignazio di Loyola che nel suo volumetto degli Esercizi spirituali insegna a contemplare e a coinvolgere tutti i sensi mentre quando si immerge nella preghiera. Il metodo che qui descrivo e che riprende quello del gesuita, Silvano Fausti, nel commento ai Vangeli, più che da conoscere razionalmente è da applicare… auguri!!!

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1. Entro in preghiera:

  • mi raccolgo e pacifico:

– con un momento di silenzio mi faccio presente a me stesso;

– penso che incontrerò il Signore;

  • mi metto alla presenza di Dio:

– per qualche secondo mi guardo come Dio mi guarda;

– inizio la preghiera ascoltando il mio corpo;

 

2. Mi raccolgo e inizio la contemplazione del luogo attraverso i cinque sensi

  • – Leggo il brano del Vangelo… poi come se fosse un film proiettato nel tuo mondo interiore:
  • – Immagino e vedo il luogo dove si svolge la scena…
    – ascolto le voci…
    – sento i profumi e gli odori…
    – tocco gli ambienti…
    – mi coinvolgo emotivamente
  • 3. Medito la scena

– uso la memoria per ricordare, l’intelligenza per capire, la volontà per desiderare, gli affetti per chiedere, ringraziare, amare, adorare…

Non devo avere fretta. Scrive sant’Ignazio: “Non è il sapere molto che sazia e soddisfa l’anima, ma il sentire e gustare le cose interiormente”.

Sosto dove il mio cuore trova pace, poi inizio a parlare al Signore. È questo il tempo del colloquio.

4. Concludo

Con un colloquio con il Signore da amico ad amico su ciò che ho meditato,

concludo con un Padre nostro, esco lentamente dalla preghiera. Al termine faccio un breve esame della preghiera nello stesso modo in cui si analizza una riunione o una chiaccherata con un amico per riflettere su come è andata bene la preghiera. È andata bene, male, perché? Quale frutto o quali mozioni spirituali ho avuto? Che parola o che scena mi rimane? Scava in fondo a quello che ti è rimasto, troverai molta vita e molto senso.

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