La bussola della vita: il desiderio

Il desiderio occupa un posto fondamentale nella vita umana. Quando il desiderio è autentico, porta ad operare una radicale ristrutturazione, a «mettere ordine nella propria vita», come direbbe sant’Ignazio, giungendo ad essere un uomo capace di gustare e godere di essa, in altre parole di essere contento. Ma c’è di più: «il desiderio prega sempre, anche se la lingua tace. Se tu desideri sempre, tu preghi sempre» (S. Agostino).

Non è un caso che i genitori e gli educatori che vogliono bene ai giovani che crescono chiedono loro: “cosa desideri?”… e aspettano con pazienza che con le lenti della spiritualità il ragazzo si immerga nella sua vita interiore e inizi a distinguere cosa sente.

Scrive Giovanni Cucci, nel suo articolo “Il desiderio, motore della vita“: “Il desiderio non può tuttavia essere cancellato così facilmente. Desideri e affetti, nel loro binomio inseparabile, costituiscono l’elemento basilare della vita psichica, intellettuale e spirituale, sono la sorgente di ogni attività; pur apparendo spesso un insieme caotico e complicato, essi rimandano a realtà fondamentali e necessarie che danno sapore alla vita, perché la rendono interessante, «gustosa». San Tommaso associa con acume il desiderio allo stesso atto della vista, un’operazione essenzialmente selettiva, che si sofferma su ciò che cattura il cuore”.


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  Desiderare deriva dall’omino verbo latino, che significava «“notare la mancanza di sidera”, cioè delle costellazioni necessarie per trarre gli aruspici; quindi nel linguaggio comune, “sentir la mancanza di”» (Diz. Devoto-Oli).

La Bibbia è piena zeppa di uomini e donne che desiderano: desidera Abramo, Mosè e Aronne, i Re Davide e Salomone, ma anche il Giobbe e insieme a tutti I profeti; nel Nuovo testamento desidera Maria e Giuseppe, i discepoli, Marta e Maria… fino alle donne che corrono al sepolcro dove il loro cuore le spingeva. Gesù è maestro dei desideri.

Cosa è il desiderio? È un’esperienza di una unificazione tra intelletto, affetto e volontà che non si esaurisce nelle sue puntuali realizzazioni, ti rimanda sempre ad un oltre che non puoi né prendere né inscatolare.

Quali le ambiguità presenta? Il desiderio non è emotività, non è la c.d. “voglia matta”, non è nemmeno la passione in senso sessuale. Queste si spengono e soprattutto quando le smascheri spariscono e non ricompaiono più come desideri (apparenti!). Soprattutto si estinguono nel tempo. Il desiderio no! Nel tempo cresce. Insomma il desiderio va anzitutto distinto dal bisogno.

Scrive Cucci: “Il desiderio infatti, parafrasando lo psicologo Kubie, consente di attuare l’unico tipo di trasformazione duraturo, e cioè «cambiare nella capacità di cambiare»: ciò consente di riportare ordine nel disordine”. E continua sottolineando che per la filosofia si possono specificare tre differenti livelli di questa «tendenza unificatrice» propria del desiderio:

1) il livello più basso, assimilabile al bisogno, come tendenza verso un bene da consumare (per esempio il cibo);

2) come ricerca di un bene di cui si sente la mancanza, ma che è in qualche modo presente al soggetto (come il desiderio di essere felice, di completare un corso di studi, un’impresa);

3) come risposta a qualcosa di presente e che insieme interpella il soggetto nella sua totalità, fino a giocare per essa la propria libertà, anche in modo permanente (ad esempio per una scelta di vita).

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Il desiderio ha una componente spirituale, e dice la dimensione di trascendenza che c’è in noi, quasi il punto di contatto tra il nostro dito e quello di Dio. Dal punto di vista antropologico, il desiderio viene a scardinare la concezione illuministica dell’uomo, considerato unicamente sotto il profilo della pura razionalità; il desiderio sembra invece portare scompiglio nella vita, conferendo una certa sovversiva aria di caos. Per questo il desiderio può essere visto come un nemico, perché demolisce programmazioni di vita troppo precise, rende incerto il futuro, introduce l’imprevedibilità, mostra ciò che non si vorrebbe riconoscere… eppure coltivandolo uno sente pace e armonia.

Cosa muove e fa nascere il desiderio? Ciò che tocca la sfera affettiva: una persona realizzata (per esempio la vita di un Santo, un testimone del nostro tempo…) e un’analisi che non sia solamente razionale, altrimenti le troppe informazioni razionali e i troppi dati bloccano qualsiasi decisione. Le decisioni di seguire i desideri si prendono perché è stato toccato il cuore che ti dice: “sarebbe bello vivere così”. Inoltre quando uno si guarda indietro e si dice: “razionalmente non ce l’avrei mai fatta si avessi deciso soppesando”… significa che è vero desiderio! Ed è armonia interiore!

Scrive Giovanni Cucci: “Una mentalità all’insegna del «tutto e subito» e un ambiente troppo protetto, rischiano così di spegnere il desiderio. Inoltre, mancando l’abitudine a superare le difficoltà, permane una situazione di noia, di fragilità interiore per cui, quando si presenta un ostacolo, un contrattempo, la situazione può con facilità degenerare, con esiti drammatici: a quel punto l’insuccesso viene letto come un fallimento totale, fino a ritenere impossibile continuare a vivere. Spesso il suicidio adolescenziale e giovanile, drammaticamente in aumento nelle nostre società, nasce da motivazioni del tutto sproporzionate, ma vissute come una sorta di catastrofe globale: «Se non c’è gratitudine la vita non si apre alla speranza e si chiude in un presente che si ripete, quasi una clonazione infinita di tanti piccoli attimi tutti uguali a se stessi, attimi fuggenti verso il vuoto. È la noia […]. È un giovane, quello di oggi, che… “potrebbe, ma non ne ha voglia”, deluso o ferito dal benessere e un po’ depresso e arrabbiato, o sazio e insoddisfatto, come puntualmente rilevano le varie analisi sociologiche. È sottilmente fragile: basta un ceffone del padre, un brutto voto a scuola, il “no” della ragazza amata, e il futuro è cancellato. E con lui ogni possibile desiderio». Da qui il compito indispensabile di imparare a leggere il desiderio, di decifrarne la portata simbolica che lo caratterizza, riconoscendone l’insegnamento per la vita. Ma è possibile elaborare una «graduatoria» dei desideri per riconoscerne la validità e la verità? La gravità di questi interrogativi, irrinunciabili, mostra, oltre all’importanza di conoscere i propri desideri, anche l’aiuto efficace che può giungere da un percorso di vita spirituale. È infatti nella lettura e interpretazione del desiderio che il discorso psicologico incontra alcuni elementi fondamentali della vita spirituale, come l’ascesi e la rinuncia: esse non sono da intendersi come nemiche del desiderio, ma come un percorso di riconoscimento e maturazione di ciò che veramente vale, tralasciando quanto, pur attraente, toglie gusto alla vita, lasciando la persona in balìa del capriccio”.

Come scoprire il desiderio?

  1. non si spegne, arde senza consumarsi….
  2. le difficoltà e gli ostacoli non lo fermano…
  3. le grandi rinunzie per raggiungerlo non sono un peso irresistibile…
  4. il desiderio mette in movimento e fa fare scelte (altrimenti si vive il De-sidus mancanza della stella)….
  5. è importante ascoltare il cuore dando nome ai sentimenti, alle consolazioni e alle desolazioni interiori.

Come coltivarlo?

  • Ripercorrere la propria vita e imparare dagli errori commessi.
  • Raccontandosi la propria vita (nell’identità narrativa si disvela il desiderio, direbbe Ricœur).
  • Farsi accompagnare, avere buoni amici con cui raccontarsi.
  • Essere disposti a sacrifici grandi… imitare i grandi uomini e le grandi donne!

La sua mancata valorizzazione è all’origine dell’attuale situazione di mancanza di senso e di difficoltà a compiere scelte significative e stabili, specie in età giovanile. Agostino, perché molte preghiere non vengono esaudite, perché il desiderio è troppo piccolo. Le persone più difficili da aiutare sono quelle senza desideri, quelle che non sanno quelle che vogliono. Il desiderio, invece, riporta ordine nel disordine.

Quando il Signore nei Vangeli chiede: che cercate? In realtà chiede: Quali sono i tuoi desideri? Insomma i desideri non saranno frustrati, quello che si trova nel cuore il Signore lo dona. È la Scrittura ad insegnarcelo.

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Ecco come il poeta italiano Mario Luzi dipinge il desiderio:

«Di che è mancanza questa mancanza, / cuore, / che a un tratto ne sei pieno? / di che? / Rotta la diga / t’inonda e ti sommerge / la piena della tua indigenza… / Viene, / forse viene, / da oltre te / un richiamo / che ora perché agonizzi non ascolti. / Ma c’è, ne custodisce forza e canto / la musica perpetua… ritornerà. / Sii calmo».

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1 comment

  1. 1

    Mi piace la chiarezza con cui si presenta il tema del DESIDERIO.
    Questo articolo troppo bello! risveglia in me, un ‘udire nel cuore’ le parole di Gesù, Cosa cerchi? quindi, Quali sono i tuoi desideri? e la risposta mi lascia perplessa, nasce in me un senso di riconoscenza; E’ Lui, il Signore che già ha seminato e donato al mio cuore quel desiderio!

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