Il gesuita Bartolomeo Sorge sul Sinodo #Synod14

 

02-aprile-2013

ANSA-INTERVISTA/ P.Sorge, sacramento non è punizione irregolari “Al Sinodo né rigorismo né lassismo,ma Chiesa si vuole adeguare” (di Nina Fabrizio)

(ANSA) – ROMA, 3 OTT – “Il problema non è dottrinale ma è quello di adeguare la pastorale. E’ questa la direzione in cui si muove il Papa, aggiustare la vecchia disciplina ecclesiastica che oggi non risponde più alla difficoltà del matrimonio e della vita familiare. Alcuni cardinali si fermeranno a dire che non si può cambiare perché abbiamo sempre fatto così, ma la maggioranza dirà che bisogna cercare un adeguamento. Le attese e le aspettative nei confronti del Sinodo sono giuste ma è sbagliato ridurre tutto al sì o il no alla comunione ai divorziati risposati”.

E’ quanto afferma all’ANSA il gesuita padre Bartolomeo Sorge, ex direttore della Civiltà cattolica, in vista dell’apertura del Sinodo sulla Pastorale familiare convocato da papa Francesco. “Non si tratta di discutere in astratto le teorie della famiglia – premette padre Sorge sull’appuntamento che vedrà convergere in Vaticano 253 partecipanti tra vescovi, preti e laici di tutto il mondo – ma come la Chiesa si pone di fatto di fronte a queste sfide, il punto è fare una riforma complessiva del processo matrimoniale alla luce dei cambiamenti culturali e anche alla luce del Concilio Vaticano II. E’ un lavoro di fondo poiché la crisi della famiglia è una delle conseguenze più gravi della crisi culturale di questo tempo”. Sul fatto che alcuni osservatori ritengono che il Sinodo sarà una specie di test sulla linea che papa Francesco intende imprimere alla Chiesa, Sorge osserva: “Il problema è proprio la questione di fondo. C’è una frase molto bella del cardinale Walter Kasper che dice che il diritto canonico non è contro il Vangelo ma il Vangelo è contro una comprensione legalistica del diritto canonico. Il fatto che il sacramento del matrimonio sia indissolubile non lo può cambiare nemmeno il Papa, perché è nel Vangelo ma quello che non funziona più è la legislazione ecclesiastica e il diritto canonico si fa, si corregge si cambia”. “Gesù – ricorda – ha detto che l’uomo non è fatto per il sabato, ma il sabato per l’uomo mentre si va a finire che si sacrifica la persona per non cambiare la norma”.

“Come diceva il cardinal Martini – prosegue Sorge – bisogna vedere con gli occhi di Dio che non coincidono sempre con gli occhi del diritto canonico. Così io penso che dopo il Sinodo rimarrà la dottrina dell’indissolubilità ma poi si dirà che si dovrà giudicare caso per caso le situazioni personali, ma non come regola generale indiscriminata: si lascerà ai sacerdoti, ai padri spirituali decidere”. “Quello che però purtroppo erroneamente spesso si fa – avverte Sorge – è che si usa il sacramento come uno strumento di punizione, si dice finché non sei a posto non te lo dò, ma il sacramento è fatto per aiutare i deboli, non è una punizione contro gli irregolari. Se uno invece ha fede e lo cerca perché impedirlo?”. Infine padre Sorge spiega di non temere alcun rischio scisma sul Sinodo. “Non credo assolutamente a una prospettiva del genere – afferma – anche perché la posizione del Papa è molto ragionevole. Lui dice: evitiamo i due scogli, da un lato quello del rigorismo, dall’altro quello del lassismo dall’altro. Con il rigorismo non ci sarebbe misericordia per nessuno e non è evangelico, ma nemmeno il lassismo è buono perché il Vangelo è esigente. Bisogna trovare – conclude – il giusto equilibrio per chi vuole essere aiutato ma non è in discussione la teoria della fede”. (ANSA). Y43-GR 03-OTT-14 15:50 NNN

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