Scrive Sant’Ignazio: “Se sei consolato pensa a umiliarti e a ridimensionarti, pensando al poco che vali nella desolazione, senza quella grazia o consolazione. Al contrario, se sei nella desolazione, pensa che, con la sua grazia, puoi resistere, prendendo forza dal Signore” (E.S., n. 324).
La consolazione è un dono, non è né una conquista, né un privilegio di qualcuno. Tanto meno è un merito che si è costruito con le proprie forze. Lo dimostra come la soddisfazione di ciò che si costruisce passa in fretta e non la si ricorda più.
La consolazione spirituale invece, come ogni dono, è immeritato e chi la sperimenta gode del dono di Colui che lo dona. Anzi possiamo spingerci oltre: gode della presenza del Donante. Non si vede ma sente col cuore che c’è!!!
E’ per questo che consolazione significa “stare-con-chi-è-solo” e sentirlo.
Certo, è necessario mantenersi umili per capire cosa significa davvero essere felice. La superbia o l’autosufficienza sono i peggiori nemici che ti portano a dire: “mi impossesso di quello che mi è stato donato”, lo faccio diventare mio fino al punto di rivenderlo come qualcosa di cui ho il brevetto. E il mondo è pieno di furboni: chiromanti, falsi sensitivi, maestri, ecc.
Invece vale una regola della natura: “il vuoto attira il pieno”. Solamente se nel tuo cuore c’è spazio potrà entrare la consolazione di Dio. Se è già pieno di rumori e false presenze non bisogna lamentarsi che Lui non trovi posto.
È l’esperienza di chi lascia le cose che pesano e cammina solo con quelle che servono. Questa è la vera povertà spirituale di cui parlano i Vangeli, soprattutto quelli di Luca quando chiede al discepolo di puntare dritto a Gerusalemme.
Altrimenti se viviamo da ricchi, per Dio non ci sarà mai posto, di Lui non avremo bisogno, “lo conosciamo già” o l’abbiamo già fabbricato a nostro “uso e consumo”. Anzi di più: abbiamo soldi e potere per comprarlo!
Per questo il nemico (le altre voci del cuore a cui diamo ascolto) ti tentano, semplicemente per farti diventare vanitoso e autosufficiente. Ma quando la terra sotto i piedi inizia a tremare e le cose o le relazioni ti tradiscono ti lasciano senza nulla sul ciglio della strada mezzo morto.
Lì uno si rende conto che non è Creatore ma solamente creatura chiamata a stare in relazione con il suo Creatore !