Riporto qui un’analisi di Guido Mocellin, capo redattore della rivista Il Regno, pubblicata in www.vinonuovo.it che continua la riflessione (pacata e democratica) su quanto è accaduto al concertone del 1° maggio.
Partiamo da qui:
Alla fine che cosa voleva comunicare la parodia blasfema al concertone del 1° maggio?
(…) Ha ottenuto molta meno risonanza (mediatica) di quella che (presumo) era sperata, la profanazione dell’eucaristia posta in atto dal gruppo musicale Management del dolore post operatorio (d’ora in poi: Management ecc.) durante l’esibizione sul palco romano del «Concertone» del 1° maggio.
(…) E, curioso come sono delle forme – di tutte le forme, quindi anche di questa – in cui il dato religioso si propone nella comunicazione pubblica, provo ad approfondire la ricerca, che lo stesso p. Occhetta imposta, su cosa possa aver suggerito ai Management ecc. questa triste performance.
L’allergia dell’opinione pubblica rispetto alle posizioni del magistero cattolico in tema di uso del preservativo per prevenire le malattie sessualmente trasmissibili è ben nota: ne sanno qualcosa Benedetto XVI e la Sala Stampa della Santa Sede, che nel 2009 impiegarono mesi a «recuperare» rispetto a un’affermazione fatta dal papa durante il volo aereo che lo portava in Camerun.
Su questa allergia avranno fatto conto i Management ecc. Ma le cose, per fortuna, non hanno funzionato. Perché l’«attore», qui, non era l’istituzione ecclesiastica, che anzi non ha «abboccato», misurando le reazioni al minimo «sindacale» (per restare in tema di 1° maggio).
In un «comunicato» sul loro sito, i Management ecc., proteggendosi dietro il ruolo dell’«artista idiota, (…) unico interprete della stupidità sociale», spiegano di aver inteso «presentare il preservativo come l’evento salvifico per la salute» e «prendere in prestito, con la forza espressiva di un giullare, un rito prettamente appartenente alla nostra cultura solo per dare potenza comunicativa» al messaggio; il tutto al solo fine di «inneggiare al rispetto e alla difesa della salute umana».
Dunque era la «salute umana» l’idolo cui il «rito», ovvero la sua blasfema parodia, era dedicato. Avrei pensato fosse l’attività sessuale, visto che subito dopo i Management ecc. hanno eseguito «Pornobisogno» (di cui, lo confesso, ho a lungo e invano cercato di comprendere il testo), e che i ragazzi del gruppo, a prima vista, non sembrano troppo devoti della «salute», anzi appaiono dediti a pratiche che piuttosto la deprimono.
Ma se l’idolo fosse stato l’attività sessuale, avrebbe dovuto esserci il viagra al posto del preservativo. Quest’ultimo, dentro al «mito» del «sesso libero», porta piuttosto la «realtà» delle malattie, e naturalmente della procreazione. Invece il viagra è davvero, come ho sentito dire recentemente dal prof. Magatti, il simbolo della fede contemporanea in una «potenza tecnica senza limiti», salute compresa, e della negazione di tutto ciò che non è potenza ma limite, in specie malattia e morte. Solo che la Chiesa non risulta si sia mai pronunciata direttamente contro il viagra. Insomma, non avrebbe funzionato.
Dunque rimane il «prendere in prestito un rito prettamente appartenente alla nostra cultura per dare potenza comunicativa al messaggio», che tradotto significa «provare ad attaccare la Chiesa in materia sessuale e vedere di farci un “giro” sui giornali». A meno che l’obiettivo non fosse sostenere le vendite dei preservativi, e in tal modo, coerentemente con la festa del 1° maggio, l’occupazione in questo «vitale» settore dell’economia. Peccato che, a quanto mi risulta, in Italia si producano ormai solo le scatole…
Fonte: http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=1274
Ma c’è di più.
Al termine dell’esibizione del gruppo, la Rai ha poi trasmesso la pubblicità: a questo punto, il Romagnoli decide di denudarsi in segno di protesta, tirando giù pantaloni e abbigliamento intimo. Il gesto è stato immediatamente interrotto dalle forze di sicurezza del concertone, che hanno portato via dal palco il cantante.
Ma gli organizzatori? Il responsabile Marco Godano ha scritto: «Mi dissocio duramente per la violenza e la scorrettezza che perseguiremo anche per vie legali, confermando ancora una volta che laddove gli artisti non sanno autoregolamentarsi, per quanto ci riguarda, non sono degli artisti in linea con lo spirito del concertone».