Quando sei desolato, non fare mai mutamenti. Resta saldo nei propositi che avevi il giorno precedente a tale desolazione, o nella decisione in cui eri nella precedente consolazione. Infatti, mentre in questa ti guida di più lo spirito buono, nella desolazione ti guida quello cattivo, con i consigli del quale non puoi imbroccare nessuna strada giusta (Esercizi spirituali, n. 318).
Nel tempo della desolazione cosa non devi fare? Quando si vede buio e non si sta bene?
Quando sei abitato da questo tempo, il filone spirituale dei contemplativi che include anche Ignazio di Loyola ti direbbe una cosa: ciò che non devi fare è prendere decisioni nuove.
Rimani saldo in ciò che avevi deciso prima del tempo della tempesta in cui non riesci a vedere nemmeno in che direzioni stai andando. Si tratta di un tempo di smarrimento in cui non si vede il fondale della tua vita in cui sono depositati segreti, scelte, ricordi ecc. Ma questo non è sparito è solo confuso dalle agitate che non ti permettono più di vedere attraverso l’acqua cristallina.
Sei interiormente troppo confuso e senza forze per investire nel futuro. Se in questo tempo senti di fare qualcosa istintivamente, non farla! Stai fermo!
Sei agitato e non riesci a mettere insieme i dati per fare una scelta. Non fidarti dei tuoi impulsi, non ti conducono da nessuna parte. Ma ricorda con nostalgia e gioia il tempo della consolazione e mantiene ferma la decisione presa nella luce.
Se invece prendi una decisione nelle notte non avrai chiaro nemmeno la direzione che orienta il viaggio.
Nella desolazione, stai attento. Se sta grandinando e sei per strada, trova riparo e rimani lì fino a quando passa. Se ti stai abbronzando e il sole scotta, ricordati che esistono le creme! Se sei impaurito, non fuggire; se sei arrabbiato, non attaccare; se sei stufo, non sederti; se stai facendo un lavoro e lo vuoi lasciare, portalo a compimento per ricaricarti e ritrovarti… se sei distratto e arido nella preghiera, continua a pregare. Altrimenti la desolazione ti vince.
Insomma cerca una tua protezione, ti dovresti conoscere anche per tempi così.
Mi è stato insegnato che “di fiducia e di misericordia si vive, di diffidenza si muore”. Per comprenderlo basterebbe fermarsi e fare memoria di come viviamo a livello affettivo e professionale: la mancanza di fiducia genera paure, violenza verbale, distruttività e concorrenza tra noi. Questi sono gli effetti della desolazione. Quando, invece, si vive di fiducia e di misericordia, le relazioni e i mercati funzionano e crescono.
Normalmente le decisioni prese nella desolazione sono sempre sbagliate, perché te le consiglia il nemico, quelle voci del male. Se sei sulla strada sbagliata, ti fa correre avanti, se sei sulla strada giusta, ti fa scappare indietro, e poi è una guerra interiore di infiniti dubbi, timori del futuro, che ti fanno dire: “sto sbagliando tutto!”, “non ce la faccio più”. Le persone più deboli sono quelle che si mostrano più sicure, ma bisogna diffidare anche di chi mette sul mercato dei media la propria debolezza… quella roba lì aumenta il brand della persona ma non la sua umanità, è ancora una forma narcisistica di mettersi al centro della scena.
Le decisioni che si prendono quando si è desolati sembrano urgenti e immediate. Il male ha bisogno di essere fatto “subito”, perché, se ci pensi, non lo fai e cambi presto idea!
Le scelte di bene sono il contrario crescono nella pazienza. Per dare la vita è necessaria una vita di tempo; per toglierla basta un istante, per rovinarsela ancora meno… Il profeta Elia nel momento della desolazione, torna al deserto, nell’intimità con Dio e riscopre la propria vocazione.
Insomma quando sei confuso vai avanti tenendo nel cuore e nella mente quello che avevi già deciso. Quando trovi difficoltà ad eseguire i buoni propositi, non abbandonarli, il male ti combatte ma, se tu lo vuoi, non ti vincerà!
Se il pungiglione della desolazione è bloccarti, il siero della vita è compiere un’opera di misericordia, sia essa corporale — dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, ospitare i pellegrini, visitare gli infermi, visitare i carcerati, seppellire i morti —, sia essa spirituale: istruire gli ignoranti, consigliare i dubbiosi, consolare gli afflitti, correggere i peccatori, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti.
Ne sperimenterai gli effetti benefici…
” Per DARE la VITA è necessario una vita di TEMPO; per toglierLA basta UN ISTANTE”……Sì il mio carattere, i miei difetti, sono adatti al deserto e, l’Esodo, DOVRA’ finire.
Avec confiance
merci
Isabella
ps. Bellissimo rileggere il “V Discernimento” !