Uno sguardo alle leggi elettorali in Europa

Ponte Manathan New York

Verso dove ci sta portando la classe dirigente che è da anni divisa per dare al Paese una seria legge elettorale? Come votano gli altri Paesi europei? Perchè non hanno avuto il travaglio che sta vivendo il nostro Paese per scegliere una legge elettorale? Cosa possono insegnare all’Italia le esperienze e le prassi di Francia, Germania e Spagna?

Nel 1958, all’inizio della sua V Repubblica, la Francia ha adottato un sistema maggioritario a doppio turno in collegi uninominali. Si tratta di un bicameralismo imperfetto in quanto le due camere differiscono sia per poteri e attribuzioni in materia legislativa sia per i meccanismi di elezione. L’Assemblea Nazionale è formata da 577 deputati, eletti a scrutinio universale diretto per cinque anni. I candidati che ottengono al primo turno la maggioranza assoluta dei voti validi sono proclamati eletti (a condizione che la cifra elettorale conseguita sia almeno pari al 25% del numero degli elettori iscritti nelle liste della circoscrizione), altrimenti la domenica successiva si svolge un secondo turno, a cui partecipano i soli candidati che abbiano conseguito almeno il 12,5 % del totale degli iscritti della circoscrizione.
L’elezione del Senato composto da 321 membri, ha luogo a suffragio universale indiretto. Il complicatissimo sistema di elezione del Senato francese, prevede o uno scrutinio uninominale maggioritario a due turni se nel collegio senatoriale si devono assegnare due posti; se sono da eleggere tre o più senatori, si ricorre al sistema proporzionale sulla base di liste bloccate . Per le elezioni presidenziali, accedono al ballottaggio i due candidati più votati al primo turno.

Tale meccanismo riduce la frammentazione dei partiti, privilegia le forze di centro che al secondo turno guadagnano voti dell’area estrema a quella contro cui competono, anche se tende a semplificare la rappresentanza politica.

Le-elezioni-si-avvicinano

In Germania la legge elettorale del 7 maggio 1956 prevede un sistema elettorale misto, che si caratterizza col meccanismo del doppio voto e della clausola di sbarramento del 5%, elementi che qualificano il sistema come sistema proporzionale a moderata correzione maggioritaria. Il Bundestag è formato da 598 membri, eletti a scrutinio universale diretto per un mandato quadriennale. Dei 598 seggi, 299 sono assegnati con scrutinio maggioritario a un turno nell’ambito di altrettanti collegi uninominali (comprendenti in media circa 280.000 abitanti); i rimanenti 299 seggi sono assegnati a scrutinio proporzionale con liste bloccate in rapporto alla consistenza demografica dei Länder.
Tecnicamente l’elettore tedesco è chiamato ad esprimere sulla stessa scheda due preferenze, una per la lista, una per il candidato al collegio uninominale.
Il Bundesrat, il Consiglio Federale Tedesco, è composto da 69 membri designati dai Governi dei 16 Länder (non dai rispettivi Parlamenti), da cui sono nominati ed eventualmente revocati. Ciascun Land dispone di almeno tre voti. I rappresentanti dei Länder votano in modo unitario secondo le direttive dei Governi di provenienza.
Elemento caratteristico di questo sistema «è il rafforzamento della coalizione che esprime il Cancelliere una volta che questa si è formata in Parlamento (con la sfiducia costruttiva), ma senza alterazione della rappresentanza elettorale di ciascuna forza politica» e un’attenzione particolare ai problemi delle regioni.

In Spagna si vota con una formula proporzionale «corretta» che, prevedendo un elevato numero di circoscrizioni, diminuisce la frammentazione all’interno del Congresso, formato da 350 membri e del Senato in cui, 51 dei 259 senatori, vengono designati dai parlamenti delle comunità autonome . La ripartizione dei posti nel Congresso avviene su base circoscrizionale, per tutelare i partiti radicati in particolari aree del Paese, mentre la soglia di sbarramento nella circoscrizione è del 3% .
In questo modello in cui si vota una lista con candidature bloccate, l’elettore non può scegliere i propri rappresentanti: sono i partiti a scegliere i candidati per le liste bloccate. Dall’altro lato, però, il sistema spagnolo ha indubbi pregi: garantisce stabilità dei governi, assicura un’ampia rappresentanza delle forze politiche locali, rende inutile la formazione di coalizione preelettorali e privilegia la formazioni di grandi schieramenti o di grandi partiti.
Il sistema elettorale inglese è puramente maggioritario. I 651 componenti della Camera dei Comuni vengono eletti nei rispettivi collegi. Il territorio è suddiviso in 651 collegi ed ogni seggio viene attribuito al candidato che ottiene più voti (formula plurality). Si tratta di un meccanismo semplice che garantisce una maggioranza salda per tutta la legislatura, ma che tende a far governare la maggioranza con quote di consensi basse che si posso attestare intorno al 32-38%.

 …continua
@riproduzione vietata
Sintesi dello studio pubblicato nella Civiltà Cattolica

Facebooktwitterlinkedinmail

Lascia un commento

Your email address will not be published. Required fields are marked *

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Potrebbe interessarti anche