Ve lo ricordate Enzo Tortora? Il suo modo signorile, che faceva da contrappunto al suo pensiero pungente e ironico, lo ha fatto diventare un giornalista più carismatico che istituzionale. Utilizzando il linguaggio delle nuove tecnologie, è stato il presentatore che ha creato «la Tv.2», quella che interagiva con il pubblico e trasformava gli spettatori in protagonisti. Per la prima volta la gente comune si sentiva importante davanti alla Tv. E la persona era valorizzata nelle scoperte che faceva, o semplicemente nei bisogni che aveva. Era un altro mondo di quello dei pacchi che la Rai manda in onda tutte le sere.
Portobello, ad esempio, durava poco più di un’ora ed era seguito da circa 25 milioni di italiani; rappresentava una grande narrazione della vita della classe media italiana raccontata nelle rubriche come quelle dei «Fiori d’arancio» o del «Dove sei». C’era anche il mercatino, la presentazione dei brevetti di tanti italiani anonimi, le chiamate del pubblico e «il pappagallo con il becco giallo». Per anni mezza Italia ha canticchiato la sigla della sua trasmissione più nota, Portobello, con le parole:
«È un mercato pazzerello
dove trovi questo e quello
e c’è pure un pappagallo con il becco giallo
Un tantino picchiatello
non sa dire Portobello
ma cantare vuole il ritornello…».
Sono passati ormai 30 anni dall’inizio di uno dei più ricordati processi mediatici che condannò Tortora ancora prima delle sentenze giudiziarie (quella di primo grado di condanna; quelle di secondo grado e di Cassazione di assoluzione piena). Per quali motivi il giornalismo si è tanto accanito?
Ha scritto Paolo Mieli: «Se il caso Tortora mise a dura prova il giornalismo italiano e il sistema dell’informazione, ciò avvenne perché il dubbio, che all’origine di un’inchiesta giornalistica e giudiziaria deve esserci sempre, in quello specifico caso fece invece fatica a manifestarsi. […] E a pagare il conto furono sia Tortora, sia la stessa informazione italiana, che scrisse una pagina assai poco gloriosa della propria storia».
Il tempo ha reso non credibili i giornalisti incapaci di dubitare, mentre ha premiato i pochi che hanno scritto includendo il beneficio del dubbio e hanno saputo riconoscere i propri errori.
In particolare la voce fuori coro di Enzo Biagi sulle colonne de la Repubblica, pose per primo il dubbio: «E se fosse innocente? Fino all’ultima sentenza per la nostra Costituzione, stiamo parlando di un innocente. Invece in ogni caso, è già condannato: dalle riprese televisive, dai titoli di giornali, dalle vignette del pappagallo che finalmente parla e dice Portolongone, dal commento senza carità dello scrittore che dice, comunque vada è finito per sempre».
La sofferenza di Tortora lascia un insegnamento: quando il Parlamento europeo nega l’autorizzazione a procedere alla magistratura italiana, egli decide di dimettersi per farsi processare.
Aveva imparato dagli antichi una legge su cui si basano le civiltà e i cittadini veri: iustitiam quaerimus, rem omni auro cariorem (ricerchiamo la giustizia, cosa più preziosa di ogni ricchezza).
L’estratto è preso dalla Civiltà Cattolica
Si veda anche P. MIELI, «I peccati dell’informazione», in Enzo Tortora. Almeno un dubbio per un uomo perbene, Roma, Ucsi-UniSOB, 2013.
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@OcchettaFra
…
Che dire? …
Oggi ogni professione sconta la perdita del “senso” e del “compito sociale” insito in ogni “attività umana” chiamata “lavoro” per significare che è “pura offerta di servizio” finalizzata al “vivere proprio, della propria famiglia, della società cui si appartiene sino alla intera Famiglia Umana”!
E’ questione di “Formazione e di Educazione delle Coscienze”, vera Emergenza Planetaria, … di Presenza … di “Essere Consapevoli del Qui ed Ora” … di “Essere Centrati, Allineati, Congruenti” … di Essere Veri Uomini e Vere Donne … per Grazia di Dio … a noi offerta gratuitamente in Cristo Gesù per il tramite di un Semplice SI da parte di una Fanciulla Immacolata, Sacramento e Tabernacolo di una Nuova Umanità … quella Umanità di cui Cristo Gesù è il Capo e tutti noi sue Membra Vive …
Ah se solo ce ne rendessimo conto!!!
Vieni Signore Gesù, non tardare!